Un edificio dall’anima green, il nuovo museo etnografico di Budapest

La copertura dell’edificio è composta da una sagoma curva, ricoperta da lastricato in pietra nella parte centrale e dal rivestimento con manto vegetale sulle due estremità laterali: tutti i prodotti impermeabilizzanti sono stati forniti da Polyglass.
La città di Budapest è stata oggetto di un vasto progetto urbanistico, denominato Liget Budapest Project, che ha previsto il rinnovamento del principale parco pubblico della capitale ungherese e che attualmente costituisce il più grande programma di sviluppo culturale urbano su scala europea. Il 23 maggio 2022 è stata inaugurata la nuova sede del Néprajzi Múzeum, il museo di etnografia: un complesso architettonico progettato dallo studio ungherese NAPUR Architects, vincitore di un arduo concorso internazionale contro i maggiori studi di architettura del mondo. L’edificio è contraddistinto da un enorme giardino pensile che dialoga con lo spazio verde circostante, estendendolo anche in copertura e creando così uno spazio di aggregazione con vista panoramica sulla città, fruibile da chiunque in qualsiasi momento.

Il progetto del museo
A caratterizzare la struttura del museo, celata per circa il 60% sotto il livello del suolo, è la profonda curvatura del tetto verde, un giardino pensile di 7.300 metri quadrati che ospita circa 2.300 piante.
La copertura dell’edificio è composta da una sagoma curva, ricoperta da lastricato in pietra nella par te centrale e dal rivestimento con manto vegetale sulle due estremità laterali. La sua realizzazione ha richiesto approfonditi studi di ingegneria: data la destinazione finale della copertura, si è rivelato di fondamentale importanza adottare una stratigrafia impermeabilizzante adeguata. La struttura è quella di un tetto rovescio: sul solaio in calcestruzzo armato sono state applicate, previa stesura di un promotore di adesione, delle membrane impermeabili in bitume distillato polimero ad alte prestazioni e un isolante termico in polistirene estruso di 20 cm di spessore. Nella par te centrale, prima posa della pavimentazione in pietra, è stato predisposto uno strato di pietrisco di basalto con la funzione di zavorramento per l’isolante termico. Sulle superfici con destinazione a verde, dopo aver predisposto gli strati di filtro e drenaggio secondo progetto, è stato posato uno strato di terriccio di 40 cm di spessore, sul quale è stata poi piantumata la vegetazione.

Le fasi di costruzione
Tutti i prodotti impermeabilizzanti sono stati forniti da Polyglass, azienda di Ponte di Piave (TV), par te del Gruppo Mapei. Prima della realizzazione dello strato impermeabile, sono state predisposte le adeguate pendenze sulla superficie orizzontale mediana del tetto: qui l’acqua piovana viene drenata all’interno dell’edificio mediante scarichi e tubi di drenaggio. In corrispondenza dei bordi laterali, dove la pendenza del solaio raggiunge il 29%, era essenziale fissare correttamente gli strati in modo da evitarne lo scivolamento. Per aumentare l’adesione al supporto sottostante, prima della posa delle membrane bituminose, è stato applicato Polyprimer, un primer bituminoso a base di bitumi ossidati e solventi tecnici a rapida essiccazione.
Come primo strato impermeabile sulle par ti laterali inclinate è stata applicata Elastoflex HP P, membrana ad alte prestazioni, costituita da uno speciale compound a base di bitume distillato modificato con elevata percentuale di gomme termoplastiche di tipo elastomerico SBS. Il secondo strato impermeabile è stato realizzato con Antiradice FLEX P, resistente alla penetrazione delle radici secondo il test effettuato in accordo alla norma EN 13948. L’isolamento termico è stato realizzato in polistirene estruso XPS monostrato da 20 cm, posato a scalini, con proprietà idrofughe e un’elevata resistenza alla compressione. Prima dell’applicazione della zavorra in pietrisco sulla zona centrale e del terriccio sulle par ti laterali della copertura, è stato posato uno strato di geotessile filtrante: la sua funzione è quella di permettere il passaggio dell’acqua piovana trattenendo lo sporco e il terreno di coltura.
Infine, l’installazione delle lastre di pavimentazione e la piantumazione della vegetazione hanno completato la realizzazione dell’intero strato di copertura.
Oltre alla cura dell’aspetto estetico, l’edificio è stato progettato in ottica di efficienza energetica ed ecosostenibilità: il tetto verde, infatti, assicura un ottimo isolamento termico, che si traduce in minori costi di raffrescamento e riscaldamento interno. Il museo, selezionato come Miglior Progetto di Architettura Pubblica e Miglior Architettura agli International Proper ty Awards del 2018, ospita oggi una collezione di 250 mila pezzi originari provenienti dal bacino dei Carpazi e da tutto il mondo e costituisce un vero e proprio punto di riferimento per la città di Budapest.
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