Sicurezza in cantiere

Crescita normativa, culturale, tecnologica: con questi principi è stata costruita la moderna sicurezza in cantiere. Il concetto di sicurezza sul lavoro, da astratto principio, è divenuto una realtà concreta con normative e sanzioni ben precise.
Il tema della sicurezza sul lavoro non è mai stato del tutto trascurato dalla nostra legislazione, che già nel Codice Civile enuncia una serie di principi generali. Essi, tuttavia, necessitavano di disposizioni più specifiche e tecniche, a maggior ragione con la trasformazione del tessuto economico nazionale e la sua progressiva industrializzazione. A queste istanze ha cercato di dare una risposta la prima norma organica in materia, la Legge 12 febbraio 1955 n. 51, che delegava il Governo ad emanare norme in materia di prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro: una disposizione, questa, che ha dato vita ad una serie di provvedimenti, alcuni di carattere generale, altri di maggiore dettaglio. Questo corpo normativo ha avuto storicamente il merito di avere esteso il campo di applicazione delle norme antinfortunistiche a tutte le attività cui siano addetti lavoratori subordinati. Ha nello stesso tempo individuato specifici obblighi in capo al datore di lavoro, dirigente, preposto, costruttori e lavoratori. Tuttavia, nonostante i molteplici cambiamenti che negli anni successivi hanno profondamente mutato modalità di lavoro, sistemi costruttivi, macchine e attrezzature e l’organizzazione stessa del cantiere, a questo primo tentativo di riordino complessivo della materia è seguito un lunghissimo periodo di silenzio. Sono infatti trascorsi quasi quattro decenni prima dell’emanazione del D. Lgs. 19 settembre 1994 n. 626, che recependo la direttiva comunitaria n. 391 del 1989 ed altre sette direttive, ha introdotto profondi cambiamenti nella disciplina della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, non ultimo ridisegnando anche la mappa di soggetti e profili di responsabilità. Pur rappresentando un indubbio passo in avanti, in primo luogo sotto il profilo dell’impostazione culturale del problema della sicurezza, la 626 necessitava, in relazione all’applicazione dei suoi principi al settore delle costruzioni di profonde integrazioni; il Decreto, infatti, aveva escluso il cantiere edile dal proprio ambito di applicazione, in quanto luogo diverso e diversamente organizzato rispetto al normale luogo di lavoro aziendale, in funzione del quale era strutturata la sua disciplina. Per questi motivi, si è resa necessaria una norma speciale riferita al solo cantiere edile: il Decreto Legislativo n. 494 del 14 agosto 1996, provvedimento che si è prefisso di garantire una adeguata sicurezza nel cantiere focalizzando ruoli e regole per le diverse figure e funzioni.
Pur rispondendo alle istanze suscitate da una realtà che vedeva l’edilizia capeggiare la non invidiabile classifica dei settori a maggiore rischio di incidenti, era però evidente l’esigenza di un approccio più moderno e radicale, che portasse a completa realizzazione il concetto di sicurezza non come mero obbligo giuridico ma come concreta responsabilità. Approccio che viene adottato con il cosiddetto Testo Unico sulla Sicurezza, il Decreto Legislativo 81/2008, provvedimento che ha parzialmente ridefinito la disciplina precedente e che rende la sicurezza un requisito imprescindibile che occorre pianificare senza eccezioni di sorta.
Il volume
“La Progettazione della Sicurezza nel Cantiere, 2015”, edito da Inail, rappresenta un esaustivo quadro in questo senso.
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