Interventi sulle murature: Analisi, degrado e prodotti

Si può definire il muro come una struttura verticale, con funzione portante o no, costituita da elementi sovrapposti, quali mattoni, pietre, laterizi, blocchi di vario genere o realizzata con elementi prefabbricati o gettati in opera. Il sistema di finitura, condizionato dal supporto, può essere di varia natura e per l’intervento di recupero sono necessarie analisi e pratiche specifiche. Si approfondisce il tema, dallo studio del supporto alla presentazione dei differenti prodotti utilizzabili.
Il muro e l’intonaco
Il “muro” può essere realizzato con diversi elementi, tra cui i laterizi “porizzati” (con materiali organici nell’impasto per ridurne il peso), i blocchi di tufo (ricavati da pietre vulcaniche), i blocchi in calcestruzzo, i blocchi in legno mineralizzato e la pietra (elementi lavorati e usati con la tecnica a secco). Diversa la possibilità di realizzare murature in modo prefabbricato, con la costruzione in un solo pezzo dell’elemento, anche se di notevoli dimensioni. Un’ultima soluzione è quella che prevede l’uso del cartongesso, attualmente uno dei materiali più usati nell’edilizia leggera.
Le pareti sono generalmente caratterizzate da uno strato di finitura e la scelta di un legante per preparare un intonaco è condizionata dal supporto, dall’utilizzo che se ne vuole fare e dalla destinazione d’uso dell’edificio. Nella scelta dell’intonaco è opportuno considerare la resistenza meccanica a compressione, richiesta in base alla tipologia del supporto. L’intonaco a gesso, per la sua facile lavorabilità, è usato per ottenere superfici molto lisce con un aspetto uniforme, non realizzabile con altri materiali. Per intonaco civile si intende lo strato di finitura che è applicato sullo strato di fondo rustico o arriccio ed è un modello molto antico, probabilmente legato alle esperienze delle superfici di base preparate per le decorazioni con affreschi. L’intonaco civile con malte idrauliche e cementizie è consigliato per l’atmosfera inquinata e i tempi di posa industriali a cui si è solitamente legati. Si cita poi l’intonaco civile cementizio corretto con resine, particolarmente utilizzato nei lavori di ripristino e qualitativamente molto legato alle esperienze dirette delle ditte che li producono. Si aggiungono, infine, l’intonaco civile con malta bastarda, con malte formulate con miscele di leganti diverse per combinare diversi vantaggi, e gli intonaci pre-miscelati, molto diffusi ed utilizzati per la facilità e la velocità del metodo applicativo che utilizza una macchina intonacatrice detta anche pompa.

Analisi e studio dell’intervento
Quando si è chiamati a proporre ed applicare un sistema di protezione occorre valutare attentamente la tipologia della costruzione oggetto dell’intervento, il suo impiego, l’ambiente nel quale è inserita e le specifiche necessità di protezione che quel tipo di costruzione richiede. Sussistono quindi differenti procedure a seconda che si tratti di strutture in cemento armato (ponti, viadotti, pannelli e muretti), in cemento amianto (da svolgere con specifici materiali autorizzati e da personale specializzato e abilitato), in fibrocemento, di facciate con mattoni faccia a vista, facciate intonacate e facciate storiche, in pietra naturale.
Le problematiche che si riscontrano sui supporti murari sono varie e di differente natura, imputabili a carenze progettuali e costruttive, innescano o favoriscono processi di degrado che, oltre a condizionare la durabilità dei sistemi di finitura, spesso arrivano a compromettere la struttura stessa del supporto murario. Il degrado delle finiture e del manufatto non è da imputare solo ad agenti esterni; spesso, ciò che si manifesta superficialmente è sintomo di fenomeni che riguardano parti dell’edificio nascoste. È fondamentale non solo scegliere e applicare correttamente i sistemi di finitura ma anche individuare le problematiche che potrebbero compromettere la durabilità delle finiture.
Uno studio e una diagnosi adeguata iniziali danno l’opportunità di realizzare, prima dell’applicazione della finitura, gli interventi necessari a eliminare le cause che provocano o accelerano il degrado dei manufatti. Quando si decide di attuare un intervento di pitturazione di un vecchio manufatto, spesso, le aspettative che si ripongono nei sistemi di finitura vanno oltre le loro naturali funzioni: succede così che ad una semplice pittura si richieda contestualmente di risistemare, valorizzare, proteggere, recuperare un edificio che per troppo tempo non ha avuto alcun tipo di manutenzione. Risulta quanto mai determinante che le imprese di applicazione individuino e trasmettano correttamente alle committenze le interazioni tra le problematiche rilevate ed i sistemi di finitura, per non precludere, in taluni casi, la buona riuscita del lavoro. Conoscere l’edificio su cui si interviene rappresenta un modo responsabile per intervenire; svolgere un’attenta analisi del manufatto, delle sue caratteristiche, dei materiali e delle tecniche costruttive consente all’impresa o al progettista un maggior controllo nella previsione degli interventi. Il degrado di un edificio comincia al termine della sua costruzione e l’azione continua dei fattori naturali provoca nel tempo, con la mancanza di manutenzioni periodiche, un naturale invecchiamento ed un indebolimento della costruzione.
Provvedere alla manutenzione di una finitura esterna senza individuare e rimuovere le cause che hanno contribuito al suo degrado può compromettere la durata del lavoro svolto. La principale causa di degrado degli edifici è l’acqua, in tutte le sue forme, che innesca, alimenta ed amplifica i principali e più problematici fenomeni di degrado attraverso le infiltrazioni; danneggia le strutture per fenomeni di condensa, attraverso le risalite capillari trasporta i sali presenti nel terreno e nelle murature; come veicolo e reagente trasforma le varie anidridi in relativi acidi che corrodono i leganti minerali, gli intonaci, i monumenti, il cemento armato. I concetti di invecchiamento e durabilità sono strettamente correlati con le regolari manutenzioni che dovrebbero essere impostate e prendere avvio all’atto della messa in esercizio del bene. Più sono accurate, programmate e correttamente eseguite, più aumenta l’aspettativa di durata dell’intervento. Lo studio e la diagnosi sullo stato generale dell’edificio ha la funzione di individuare le principali criticità e la loro interazione con i fenomeni di degrado eventualmente riscontrati. La necessità di frequenza manutentiva è direttamente correlata alla tipologia ed alla qualità costruttiva del manufatto, alla durabilità dei materiali utilizzati per la costruzione compresa quella delle finiture. La corretta scelta e l’applicazione di un sistema di finitura è un’operazione molto importante nel ciclo di manutenzione edile.
Questo intervento non deve esclusivamente rispondere a requisiti estetici ma è principalmente finalizzato a ridurre la penetrazione degli agenti aggressivi esterni nel supporto murario rallentandone il naturale degrado. I fattori di degrado possono, quindi, essere schematicamente ricondotti a difetti costruttivi di partenza, fattori chimici e fisici di aggressione ai materiali, difetti di manutenzione, lesioni delle murature.

La preparazione del supporto
Il manuale fornisce specifiche informazioni e raccomandazioni riguardanti aspetti di applicazione pratica per lavori di preparazione dei supporti. Uno degli interventi possibili consiste nel trattamento delle superfici con prodotti bioacidi, da applicare secondo le specifiche tecniche indicate da ciascun prodotto. L’intervento andrà realizzato avendo cura di trattare tutte le parti e, terminate le operazioni, dovrà essere eseguito un accurato lavaggio delle superfici.
Le parti non coese devono essere completamente rimosse; si provvede quindi al lavaggio con idropulitrice o alla depolveratura dei supporti.
L’esecuzione delle rasature di regolarizzazione si effettuano su superfici particolarmente degradate e il loro scopo consiste nell’uniformare i supporti che presentano disomogeneità superficiali, rugosità o eventuali rappezzi.
Le parti delle superfici che presentano piccoli difetti di planarità devono essere uniformate utilizzando specifici stucchi ed eventuali raccordi con le parti esistenti saranno livellati mediante carteggiature.
L’apparente secchezza della superficie non costituisce indicazione affidabile circa il contenuto di umidità in profondità, per valutare al meglio l’intervento necessario, in caso di dubbio è consigliabile utilizzare metodi più accurati per la misura del contenuto di umidità nel supporto.
Le prove di adesione vanno eseguite qualora le vecchie pitture organiche presenti sui manufatti non si rivelino in buono stato o sufficientemente ancorate, mentre la raschiatura totale di tinte e rivestimenti è da prevedere quando le finiture non siano adeguatamente coese o siano in fase di distacco. I sistemi da utilizzare possono variare in funzione del materiale da asportare e delle condizioni di lavoro e possono essere meccanici o chimici.
L’alcalinità si riduce gradualmente mediante nel tempo il processo di carbonatazione ed è importante che le pitture siano applicate su supporti ben stagionati e quindi non eccessivamente alcalini.
Le efflorescenze sono fenomeni che consistono nell’apparizione, sulla superficie di pareti murarie, di sali presenti nei materiali stessi e portati in superficie durante l’asciugamento delle pareti. I sali si possono sviluppare in voluminosi, soffici strati, facilmente rimovibili, oppure come sottili, dure pellicole, impossibili da spazzolare e carteggiare completamente. Per risolvere il problema delle efflorescenze è necessario individuare le cause ed eliminarle. Dove presenti, le efflorescenze possono essere rimosse con uno straccio asciutto o con una spazzola, evitando di bagnare eccessivamente il supporto.
La funzione del lavaggio consiste nel rimuovere sporco, polveri, parti sfarinanti o non correttamente coese, valutando correttamente il tipo di supporto e utilizzando adeguati strumenti. Si parla, infine, della spolveratura manuale e pulizia dei supporti, da effettuarsi solamente quando non sia possibile eseguire il lavaggio delle superfici. La finalità della spolveratura consiste nella rimozione dei residui di polvere, presenti sulle superfici, che condizionano il corretto ancoraggio delle finiture.

Prodotti e sistemi di finitura

Tutte le operazioni funzionali all’individuazione ed alla corretta esecuzione di un intervento di pitturazione possono essere sintetizzate con il termine “sistema di pitturazione”. A seconda del tipo di superficie, della natura e delle funzioni del rivestimento, i sistemi sono composti da uno o più strati: lo strato di livellamento, quello di imprimitura, che assicura una buona adesione tra il supporto e gli strati successivi, lo strato di fondo, per garantire una base uniforme, e lo strato di finitura, che fornisce la trama superficiale, il colore, il grado di brillantezza ed altri attributi, come richiesto, inclusa ad esempio la resistenza alle intemperie.

I prodotti vernicianti
I prodotti vernicianti possono essere suddivisi in prodotti vernicianti liquidi e prodotti vernicianti in polvere. In edilizia sono utilizzati principalmente prodotti vernicianti liquidi comunemente definiti pitture e vernici: una pittura è un prodotto che, applicato su di un supporto, ne copre la superficie originale; per questo motivo deve contenere componenti che impartiscano l’effetto estetico desiderato (colore, grado di brillantezza, riempimento o mascheramento delle irregolarità del supporto), oppure che esercitino una particolare funzione, come ad esempio la protezione anticorrosiva di un supporto ferroso. Questi componenti sono costituiti dai pigmenti e dalle cariche (riempitivi) che si presentano come piccole particelle solide, insolubili nei solventi, finemente disperse nel veicolo per mezzo di un’operazione di macinazione (o dispersione). Una vernice, al contrario, non contenendo cariche e pigmenti lascia vedere il supporto anche dopo l’applicazione. Entrambi i prodotti sono formati da una miscela di sostanze: nelle vernici questa miscela è formata dal legante (resina), additivi e sostanze volatili; nelle pitture vengono introdotti, in aggiunta a questi elementi, i riempitivi (cariche) e i pigmenti.
I sistemi hanno caratteristiche e indicazioni diverse in base al legante di cui sono composti, a seconda che esso sia minerale o organico. Nel primo caso le finiture sono tendenzialmente a base di calci e silicati e sono indicate per interventi nel campo del recupero, ma sono facilmente degradabili in ambienti urbani per il forte assorbimento che le caratterizza. Inoltre, sono reattive con i fondi, quindi è necessario valutare l’applicazione in base allo specifico supporto. Per quanto riguarda i leganti organici, i sistemi che utilizzano leganti vinilici e acrilici sono i più utilizzati nei sistemi per interni e per esterni, caratterizzati da ottima idrorepellenza, bassa ritenzione di sporco, buona resistenza ad aggressivi ed inquinanti atmosferici, mentre, hanno di norma bassa permeabilità al vapore. Vi sono poi sistemi a base di leganti organico-minerali, che comprendono formulati silossanici, la cui particolare struttura molecolare conferisce loro alta stabilità, idrorepellenza ed un’ottima permeabilità al vapore. Non essendo reattivi con il supporto, non hanno le limitazioni d’utilizzo che presentano i prodotti che impiegano leganti minerali.

Stucchi e rasanti

Quando non è possibile applicare i prodotti vernicianti direttamente sul supporto si utilizzano prodotti in polvere o in pasta, applicati a spessore variabile, che hanno la funzione di ripristinare la planarità dei supporti riparando eventuali difetti o anomalie dei fondi. Generalmente questi materiali si suddividono in stucchi e rasanti, di differente composizione in funzione del loro utilizzo. Si definisce stucco un impasto finissimo, a base di gesso o cemento, usato in edilizia per il rivestimento e la decorazione di muri e soffitti o per essere utilizzato per la riparazione di piccole imperfezioni del supporto. Si definisce rasante un particolare tipo di intonaco, progettato per essere utilizzato su supporti che presentano forti anomalie o disomogeneità di tessitura, finalizzato all’ottenimento della planarità dei fondi. Un aspetto importante da tenere in considerazione in ambito di risanamento è la stagionatura dei rasanti e l’applicazione di una pittura prima di questo lasso di tempo può causare antiestetici sbiancamenti della superficie, soprattutto in seguito a pioggia.
A seconda dell’utilizzo gli stucchi e i rasanti hanno diversa composizione. Un elemento di distinzione è che siano destinati ad un uso interno oppure ad uno esterno. Una nota particolare sui rasanti cementizi, il cui utilizzo per la regolarizzazione dei supporti ha assunto negli ultimi anni un significativo incremento. Prima di eseguire una rasatura è sempre indispensabile valutare la natura e la condizione del supporto, poiché significa caricarlo di ulteriore peso.

Fissativi e fondi

Con il termine “fissativo”, versione italiana dell’inglese “primer”, si intende un tipo di pittura o altra sostanza applicata sulla superficie prima della pittura principale; il ricorso al fissativo deve pertanto costituire parte integrante del ciclo operativo. La funzione del fissativo è sempre quella di garantire:
• assenza di polveri superficiali;
• buone caratteristiche meccaniche;
• assorbimento nei valori giusti;
• uniformità della superficie.
L’applicazione del fissativo si rende necessaria in quanto la presenza di particelle solide “libere” sulla superficie del supporto può compromettere l’ancoraggio della pittura, in quanto vengono a costituire elemento di discontinuità fra il supporto medesimo e la pellicola del prodotto applicato. Il fissativo è in genere costituito da una resina dispersa in acqua, oppure disciolta in un solvente e per questo definito “all’acqua” oppure “al solvente”. Un fissativo al solvente, essendo costituito da una vera e propria soluzione, assicura una penetrazione più profonda della resina. Il fissativo all’acqua è di utilizzo più pratico e non presenta i tipici problemi dei prodotti a solvente (odore, infiammabilità, tossicità, pulizia degli attrezzi).
I fondi riempitivi sono rivestimenti a base acquosa idonei a uniformare intonaci vecchi sui quali sono stati fatti recenti “rappezzi”, supporti con vecchie pitture, intonaci a granulometrie differenti o con cavillature da ritiro. Sono caratterizzati da una buona o ottima capacità uniformante. I fondi, inoltre, forniscono una buona “base d’appoggio” per la finitura, rendendo più omogeneo il supporto. I fondi fissativi sono un compromesso tra le categorie fondi e fissativi. Trattandosi di un compromesso uniscono alcune proprietà a discapito di altre. La loro caratteristica peculiare è quella di conferire elevata copertura al sottofondo, consentendone anche un certo consolidamento; possono quindi essere visti come fondi particolarmente ricchi in resina. Sono ideali come prima mano di fondo su supporti in buono stato quando occorra conferirvi copertura e uniformità di assorbimento.

Finiture per interno
Le tempere sono i più semplici tra i prodotti all’acqua; solo per interno, sono caratterizzate da poco legante in emulsione (vinilico o acrilico), da molto riempitivo (carbonato di calcio), da una piccola quantità di biossido di titanio (pigmento bianco). L’economicità rende le tempere idonee soprattutto per gli interni molto ampi, senza particolari esigenze di resistenza, e in cui possono essere applicate a spruzzo (ad es. nei capannoni industriali). Le pitture traspiranti sono indicate all’uso su supporti che necessitino di avere assicurata una buona permeabilità al vapore. A differenza delle tempere possono essere sovra-pitturate con idropitture più ricche di resina senza la preventiva applicazione del fissativo. Le pitture lavabili hanno un contenuto in resina maggiore e sono solitamente caratterizzate da bassa sporchevolezza e sono indicate per l’utilizzo in tutti gli ambienti che non presentano problematiche di umidità dei supporti. Gli smalti murali sono pitture ricche di resine, dall’aspetto estremamente liscio, generalmente disponibili in versione opaca, satinata e lucida. Vi sono poi le pitture antifumo e i decorativi, con varie caratteristiche estetiche che conferiscono effetti speciali al supporto. Le pitture per contatto alimentare devono essere conformi alle disposizioni di carattere generale di diversi Regolamenti per materiali, oggetti e pratiche che vengono a contatto con i prodotti alimentari.

Finiture per esterno
Le pitture a base di quarzo hanno un aspetto più rustico, buona aderenza, equilibrio tra permeabilità e assorbimento d’acqua, resistenza alle cavilature e versatilità d’impiego. Le finiture lavabili sono anche utilizzate per gli esterni e garantiscono buona copertura e impermeabilità. Gli autopulenti sono idropitture o rivestimenti a base di leganti inorganici, silossanici o silicati di potassio, mentre gli smalti murali sono pitture molto ricche in resine, dall’aspetto estremamente liscio, generalmente disponibili in versione opaca, satinata e lucida. Altre tipologie di finiture per interno sono le cosiddette elastometriche, le idrosiliconiche, quelle a base di pliolite, di silicati o di calce. Una nota particolare è per i prodotti necessari per il trattamento dell’amianto, regolato da specifica legislazione, che oltre alla rimozione può prevedere anche diversi tipo di intervento quali l’incapsulamento. La norma descrive i particolari sistemi utilizzabili e gli spessori dei film che devono essere applicati sui supporti. Si possono utilizzare degli incapsulanti, dei fissativi o delle pitture impermeabilizzanti. Inoltre, tra le varie finiture, i rivestimenti plastici continui (RPC) stanno assumendo sempre più rilevanza in edilizia, in particolare per l’insostituibile utilizzo sui sistemi d’isolamento termico a cappotto (ETICS). Sono, nel gergo comune, suddivisi in base alla loro granulometria in RPC ad alto spessore e a basso spessore.

Protettivi
Sono prodotti che interessano l’ultima fase della finitura di un supporto e vengono applicati proprio per proteggere il substrato. Sono formulati per avere un elevato potere penetrante e apportare idrorepellenza al supporto, oltre che per una discreta azione di barriera alla penetrazione dei gas presenti nell’atmosfera. Si distinguono tra loro per la diversa natura chimica e per il diverso aspetto che conferiscono; è quindi fondamentale scegliere il protettivo da usare in funzione del tipo di supporto sul quale sarà applicato e l’aspetto estetico che si desidera ottenere.
Vi sono protettivi idrofobizzanti, idrorepellenti, traspiranti, dotati di alto potere penetrante, protettivi per rivestimenti plastici o pitture, protettivi e pitture anticarbonatazione, protettivi per calcestruzzo e piscine e protettivi antigraffiti.

Testo tratto dal manuale “Formazione applicatori: i prodotti vernicianti per edilizia”, realizzato dal Settore Edilizia del Gruppo Pitture e Vernici di AVISA-Federchimica
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