Coperture ventilate

Ormai ampiamente diffuso e sperimentato, il cosiddetto “tetto ventilato” rappresenta una soluzione sempre più gettonata da progettisti e imprese, in questo supportati da una produzione decisamente ampia quanto a materiali, formati e sistemi di posa.
Questa particolare tecnica consente di  creare una lama d’aria tra il manto di copertura in tegole e l’isolante sottostante; in questo modo il surriscaldamento della superficie esterna della tegola innesca un moto ascendente dell’aria nell’intercapedine, che sale verso il colmo, aspirando aria dalla gronda. Questo accorgimento diminuisce sensibilmente la quantità di calore trasmesso dalle tegole alla struttura sottostante, sia per effetto della ventilazione, sia per il fatto che la tegola non si trova più a diretto contatto con la coibentazione; se si considera che nelle nostre regioni nei mesi estivi le tegole di un tetto raggiungono temperature che oscillano intorno ai 70 °C, è facile immaginare l’importanza del distacco della tegola dalla sottostruttura isolata. A seconda della quota alla quale viene realizzata la ventilazione, questa può prendere il nome di ventilazione sottotetto (o solaio aerato), e ventilazione sottomanto (il vero e proprio o tetto ventilato). Nel primo caso, non si può propriamente parlare di strato o una lama d’aria, in quanto essa investe un intero ambiente (lo spazio sottotetto) e cioè quel volume d’aria posto al di sotto della copertura. Questa ventilazione è attivata generalmente dalla presenza di una struttura portante di tipo discontinuo, oppure da idonee aperture poste sulle facciate verticali perimetrali, in corrispondenza del tetto. Nel secondo caso, è necessario realizzare una intercapedine di spessore variabile fra 7 e 15 cm circa a seconda delle condizioni di progetto, ottenibile posando dei listelli di legno dello spessore desiderato perpendicolari alla linea di gronda al di sopra del solaio di falda. Sopra questa listellatura potrà essere posato un tavolo continuo e sopra a questo i listelli per il posizionamento degli elementi di copertura (microventilazione e ventilazione risultano così separati dal tavolato); tale soluzione consente un miglior controllo del funzionamento della ventilazione. In alternativa, sopra questa orditura potranno essere posati direttamente i listelli orizzontali di supporto delle tegole o dei coppi. L’effetto ventilante così ottenuto è in grado di apportare numerosi benefici tecnico-funzionali. In primo luogo, essa consente di smaltire il vapore acqueo che trasmigra dagli ambienti sottostanti prima che condensi sull’intradosso freddo delle tegole; durante i mesi estivi, tiene ventilato il solaio di copertura espellendo l’aria calda prima che il calore si trasmetta agli ambienti sottostanti; in quelli invernali distribuisce il calore che sale dall’alloggio, evitando parallelamente irregolari scioglimenti localizzati del manto nevoso; espelle ed asciuga eventuali infiltrazioni dovute alla concomitanza di forti piogge e vento o all’assorbimento caratteristico delle tegole.

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