Building Information Modeling, dal progetto al cantiere

Grazie a questo nuovo metodo di progettazione si ottimizza sia la pianificazione, che la realizzazione, che la gestione di una costruzione, sia a livello teorico che a livello pratico. Il BIM si trasforma così in elemento utile nel processo di industrializzazione e digitalizzazione del cantiere.
Il ruolo del BIM nell'industria delle costruzioni è quello di sostenere la comunicazione, la cooperazione, la simulazione e il miglioramento ottimale di un progetto lungo il ciclo completo di vita dell'opera costruita. Quando si parla di BIM si intende un modello digitale in 3d dell’edificio che deve comprendere l'equivalente virtuale delle parti dell'edificio e degli elementi necessari alla sua costruzione. Questi elementi possiedono tutte le caratteristiche - fisiche e logiche - delle loro controparti reali, quindi si tratta di elementi intelligenti che costituiscono il prototipo digitale degli elementi fisici (muri, pilastri, porte, finestre, scale, ecc.) che ci permettono di simulare l'edificio ed il suo comportamento al computer, prima di iniziarne la costruzione. 
Il Professore Angelo Ciribini, docente presso l'Università di Brescia e voce tra le più autorevoli in tema di BIM, nel suo recente libro “BIM e digitalizzazione dell'ambiente costruito” e nel suo intervento “Construction AS A Service”, durante il convegno “Cantiere digitale: quando il BIM incontra lo IoT” organizzato lo scorso anno da STR e Gruppo Filippetti presso la sede TeamSystem a Sesto San Giovanni, ha lanciato uno sguardo di sintesi sulle possibilità che la tecnologia offre per trasformare il tradizionale cantiere edile in un cantiere digitale. Un salto qualitativo il cui potenziale coinvolge ogni passaggio del processo costruttivo, dalla fase di concezione del progetto alla sua formalizzazione, dall'esecuzione dello stesso alla gestione tecnico - economica del cantiere in tutti i suoi risvolti, per giungere infine alle pratiche più avanzate di building management. 

Gestire al meglio il processo di costruzione 
Il modello BIM non contiene solo dati architettonici ma tutte le informazioni riguardanti l’edificio che si sta progettando, comprese le nozioni relative alle diverse discipline ingegneristiche, dalla parte strutturale alle informazioni sulla sostenibilità degli impianti e dei materiali. Secondo il National Institute of Building Sciences (NIBS) presso il National Building Information Modeling Standard (NBIMS), l’obiettivo del BIM è quello di realizzare un processo più efficiente di pianificazione, progettazione, costruzione, gestione e manutenzione che utilizzi un modello standardizzato di informazioni in formato digitale per ogni edificio, nuovo o esistente, contenente tutte le informazioni create o raccolte su tale edificio in un formato utilizzabile da tutti i soggetti interessati nell’intero ciclo di vita. 
Il BIM consente un progresso nel settore dell’automazione delle attività correlate ai progetti e ai processi basati su carta verso un flusso di lavoro integrato e interoperabile in cui tali attività sono riunite in un processo coordinato e collaborativo, che promuove al massimo l’aggregazione dei dati per l’acquisizione di informazioni e conoscenze, la capacità di calcolo e la comunicazione web. Mediante questi strumenti è possibile, dunque, porre in essere simulazioni e manipolazioni di modelli fondati sulla realtà al fine di gestire l’ambiente di costruzione seguendo un processo decisionale ripetibile e verificabile, con conseguente riduzione dei rischi e miglioramento della qualità delle azioni e dei prodotti a livello industriale. 

In campo normativo 
Con la Direttiva 2014/24/EU, l'Unione Europea ha introdotto alcuni indirizzi ai paesi membri sull'utilizzo del sistema BIM nella progettazione e realizzazione delle opere pubbliche. Viene quindi fortemente incoraggiato il sistema BIM quale mezzo per accrescere l'efficacia e la trasparenze delle procedure di appalto. 
È importante sottolineare che nel testo della direttiva non si ha esplicito richiamo all'uso di particolari software, quanto piuttosto alla creazione di metodologie di gestione e verifica dei dati costituenti tutto il processo edilizio. L'Europa fissa inoltre un periodo di trenta mesi per il recepimento di tali direttive da parte degli Stati membri. Ad oggi, l'associazione internazionale che si occupa della regolamentazione del BIM è Building Smart, che certifica la interoperabilità dei software attraverso ISO 16739:2013. L'elenco dei software certificati IFC si trova sul sito di Building Smart. 
L’IFC (Industry Foundation Classes) è un formato dati aperto, non controllato da un singolo operatore, nato per facilitare l’interoperabilità tra i vari operatori. Ha lo scopo di consentire l’interscambio di un modello informativo senza perdita o distorsione di dati o informazioni. L’IFC è stato progettato per elaborare tutte le informazioni dell’edificio, attraverso l’intero suo ciclo di vita, dall’analisi di fattibilità fino alla sua realizzazione e manutenzione, passando per le varie fasi di progettazione e pianificazione. Ed ecco quindi la necessità di un formato standard, che consenta l’interoperabilità e l’interscambio dei dati in modo sicuro, senza errori e/o perdita di informazioni. E’ proprio questo lo scopo del formato IFC. 
Per quanto riguarda più nello specifico l’Italia, il progressivo utilizzo dei metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, è uno degli obiettivi previsti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’articolo 23 comma 1 lettera h) del Codice dei Contratti Pubblici (Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n.50) al fine di razionalizzare le attività di progettazione e le connesse verifiche. Il comma 13 del predetto articolo ha previsto la possibilità di istituire presso il MIT – Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una Commissione con il compito di individuare le modalità e i tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà, presso le stazioni appaltanti, le amministrazioni concedenti e gli operatori economici, dei predetti metodi e strumenti elettronici, valutata in relazione alla tipologia delle opere da affidare e della strategia di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e del settore delle costruzioni. Questo Decreto BIM, testo chiave per la digitalizzazione della gestione degli appalti nella Pubblica Amministrazione italiana, è stato redatto da una commissione guidata dal Provveditore alle Opere Pubbliche di Emilia Romagna e Lombardia, Pietro Baratono. Il MIT ha scelto di dare attuazione a quanto indicato all’articolo 23 istituendo, con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti n.242 del 15 luglio 2016, la Commissione composta da rappresentanti delle amministrazioni pubbliche e del mondo accademico e successivamente integrata da un rappresentante della Rete Nazionale delle Professioni dell’area tecnico-scientifica (decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti n. 297 del 31 agosto 2016). Nel processo di adozione del decreto attuativo di cui all’art. all’articolo 23 comma 13 del decreto legislativo n. 50 del 2016, la Commissione aveva avviato in precedenza una fase di ascolto attraverso la predisposizione di un apposito questionario e l’audizione degli stakeholder, che ha portato alla costruzione di una proposta finalizzata all’adozione del decreto. La proposta individua gli adempimenti preliminari delle stazioni appaltanti, l’utilizzo facoltativo e obbligatorio dei predetti metodi e strumenti, in relazione alla tipologia delle opere alle quali gli stessi saranno applicati, e il contenuto del capitolato. Tutti aspetti che vanno nella direzione di razionalizzare le attività di progettazione e delle connesse verifiche, andando a migliorare e snellire processi che fino ad oggi hanno influito su tempi e modi di partecipazione agli appalti. Il MIT ha voluto poi allargare il ventaglio dei soggetti coinvolti nel processo partecipativo avviando questa consultazione online, al fine di raccogliere tutti i contributi di chi quotidianamente è coinvolto nell’utilizzo dei metodi e degli strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, prima della pubblicazione del decreto attuativo. La Consultazione pubblica on line è stata aperta dal 19 giugno 2017 al 3 luglio 2017. I commenti degli utenti sono consultabili sui testi e nella sezione Statistiche. Dopo l’estate il Decreto BIM è entrato in una nuova fase. Il testo, nella prima versione, fissa l’uso obbligatorio del Building Information Modeling, innanzitutto per i lavori complessi. Per la precisione, l’obbligo scatterà dal 1 gennaio 2019, avanzando sulla base di un dettagliato cronoprogramma. Si comincerà con le opere di importo superiore a cento milioni. Si passerà poi – dal primo gennaio 2020 – alle opere di importo superiore a 50 milioni. Dal primo gennaio 2021 l’obbligo riguarderà anche le opere oltre 15 milioni. E progressivamente si arriverà al primo gennaio 2025, quando anche le opere sotto il milione saranno sottoposte all’obbligo. 

Le linee guida internazionali 
Un focus esaustivo sul tema è stato offerto dalla manifestazione DIGITAL&BIM Italia organizzata a Bologna lo scorso ottobre, che ha visto un confronto fra i più importanti player. 
L'organizzazione BuildingSmart International, che guida lo sviluppo di standards openBIM (IFC), ha avviato un nuovo programma che supporta la formazione openBIM. La BuildingSMART, attraverso un programma standardizzato, può fornire un punto di riferimento globale per la valutazione dell'apprendimento e della competenza openBIM. Inoltre, essa si propone di assistere le aziende nella fase di reclutamento di professionisti specializzati nel BIM, di fornire consulenza qualificata o di indicare azienda a cui affidare la progettazione BIM. Un’ esempio di come il BIM stia diventando sempre più fondamentale nel campo dell’edilizia è la volontà da parte del The Construction Leadership Council britannica di mettere il BIM al centro della sua Construction Strategy 2025, con l’obiettivo di ridurre i costi di costruzione del 33% e un risparmio di tempo e emissioni di carbonio del 50%. Anche la Germania sta elaborando la strategia per la transizione dei flussi di lavoro basati su BIM nel settore delle costruzioni. 
Lo ha spiegato Marcus König, membro del “Planen-Bauen 4.0” un gruppo di esperti che hanno sviluppato la "Road Map for Digital Design and Construction" per il Ministero Federale dei Trasporti e dell'Infrastruttura Digitale (BMVI). Venendo all'Italia, secondo ANCE, i costruttori italiani sono gli ultimi ad essere coinvolti nel processo, dopo gli architetti e i committenti, ma non meno attenti verso la trasformazione che il mondo delle costruzioni sta subendo, l'avvio di ‘Industria 4.0’. “La maggior parte delle esperienze italiane riguarda la digitalizzazione di singole fasi di processo, a dimostrare che essa non ha ancora coinvolto l'intero sistema.
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