Calcestruzzi Holcim per la nuova metro M4

Alla realizzazione della nuova M4 ha contribuito in maniera significativa anche Holcim Italia e come afferma Calogero Santamaria - A.D. di Holcim Aggregati Calcestruzzi - “Holcim è stato un attore fondamentale nella realizzazione della linea 4 e con l’apertura di San Babila si raggiunge un grande traguardo che consentirà di collegare il centro della città di Milano all’aeroporto in soli 12 minuti. Abbiamo fornito circa 400.000 m3 di varie tipologie di calcestruzzi e con il recupero, la lavorazione ed il riutilizzo in calcestruzzo di circa 500000 ton di aggregati provenienti dagli scavi delle stazioni, Holcim ha contribuito in maniera determinante alla sostenibilità ed all’economia circolare dell'opera risparmiando risorse naturali.”
Il calcestruzzo LSC, utilizzato soprattutto per i riempimenti, è un prodotto equiparabile a un terreno artificiale pompato che consente il riempimento di scavi e trincee con la possibilità di una facile rimozione con mezzi manuali. Il cemento 32,5 pozzolanico, utilizzato per la formulazione della quasi totalità del calcestruzzo fornito, è caratterizzato dal basso sviluppo del calore di idratazione ed è studiato per garantire elevata durabilità in opere strutturali in calcestruzzo esposte ad ambienti aggressivi (come la resistenza ai solfati) o in situazioni ove sia richiesto un basso sviluppo del calore d’idratazione. È quindi certificato LH, in quanto per la sua composizione chimica e in conformità alle Normative di riferimento ottiene un calore di idratazione inferiore ai 270 J/g. Inoltre, la presenza di componenti ad attività pozzolanica ed il ridotto tenore di C3A conferiscono al prodotto caratteristiche superiori di stabilità alle aggressioni ambientali ed un’alta resistenza agli attacchi chimici.

Questo cemento risulta essere resistente ai solfati secondo la Norma UNI EN 197-1 e quindi certificato SR. Dal 2021 i calcestruzzi confezionati con tali cementi sono entrati a far parte della famiglia ECOPact in quanto Holcim ha inoltre recuperato e lavorato nelle proprie cave gli aggregati provenienti dagli scavi (circa 500.000 ton) ri-utilizzandoli nel calcestruzzo destinato all’opera stessa.
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