Basilica Santa Anastasia - Verona

La pavimentazione, che presentava rilevanti cedimenti, è stata messa in sicurezza con un intervento di riempimento dell’intercapedine presente sotto circa 28 metri quadrati di superficie, utilizzando una speciale resina espandente denominata Uretek GeoPlus.
Descrizione dell’intervento
La basilica di Santa Anastasia è da molti definita come il più rilevante monumento religioso in stile gotico di Verona. La sua costruzione risale al 1300. Una delle molte meraviglie che costituiscono lo straordinario patrimonio artistico presente all’interno della chiesa è indubbiamente costituita dal grande rosone pavimentale, al termine della lunga navata centrale, dinanzi all'Altare Maggiore. Dopo il restauro, che ha restituito la cromia dei marmi e dei dipinti, è ora possibile ammirare in modo nuovo, gli affreschi di Pisanello, di Liberale e le terracotte di Michele da Firenze. Insoliti sono anche i due gobbi che sostengono le acquasantiere addossate ai due pilastri in ingresso.

La pavimentazione è a pelta, cioè a scudo, dai triplici colori del nero, del bianco e del rosso, per uno spessore di circa 5 cm, seguita da un massetto di ulteriori 10 cm di spessore. Sotto di essa, si era creata un’intercapedine di spessore variabile tra 5 e 20 cm, legata a un assestamento del sottofondo. La cavità era probabilmente presente da lungo tempo ma è stata scoperta in occasione delle indagini condotte durante le operazioni di restauro.
La pavimentazione, non supportata da un solaio, nella zona interessata dai vuoti di più ampia dimensione presentava un leggero avvallamento e una serie discontinua di lesioni in corrispondenza della linea di maggiore cedimento.
Nel mese di marzo 2011, Uretek ha eseguito un intervento di riempimento dell’intercapedine, presente sotto circa 28 metri quadrati di superficie, utilizzando una speciale resina espandente denominata Uretek GeoPlus Oltre al riempimento della cavità, l’obiettivo raggiunto è stato quello di ripristinare l’originario stato di tensione, in corrispondenza della volta, per evitare eventuali cedimenti futuri.

Dato il particolare e delicato ambiente in cui si è intervenuti, per poter preservare l’integrità della pavimentazione durante il riempimento, ogni fase di lavoro è stata monitorata in tempo reale con un livello laser in grado di rilevare movimenti verticali di +/- 0,5 mm.
In sostanza, il problema è stato risolto e la pavimentazione è stata messa in sicurezza.
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