Recupero Molino Stucky, Venezia

Un intervento di recupero conservativo del più importante monumento di archeologia industriale di Venezia. Per le coperture piane, le lattonerie e gli elementi decorativi è stato scelto il laminato di zinco zintek.

Il Molino Stucky è il più importante monumento di archeologia industriale conservato a Venezia. Eretto in stile Liberty sull'isola della Giudecca nel 1895 per volontà dell'industriale Giovanni Stucky, nel periodo di maggior splendore dava lavoro 24 ore su 24 a 1500 operai, attivi non solo nei quattro silos per la lavorazione dei grani, ma anche negli annessi pastifici e biscottifici. Dal 1955 il Molino aveva subito un progressivo degrado strutturale sino alla svolta, avvenuta con l'acquisto del complesso da parte dell'Acqua Marcia e l'avvio nel 2000 di un lungo lavoro di ristrutturazione (che ha dovuto anche affrontare l'incendio di una parte del Molino nell'aprile del 2003) per la creazione di 138 appartamenti, un centro congressi per duemila persone e un grande albergo di lusso di oltre quattrocento stanze che dovrebbe essere completato entro il 2005, sulla base di un accordo sottoscritto con Hilton International.
Il progetto di riuso prevede il rispetto della struttura esterna, di sapore prettamente neogotico, frutto dell'inventiva dell'architetto di Hannover Ernest Wullekopf, e il ridisegno delle parti interne, per complessivi duecento mila metri cubi di volumi. Si tratta indubbiamente di una delle più grandi opere di restauro in Europa. L' architettura del molino, incorniciata da infinite bucature ad arco ribassato e lunghe paraste terminanti in frontoni a gradoni, lo hanno reso inconfondibile. La qualità e la durevolezza dei materiali da costruzione usati non si è limitata ai soli elementi strutturali ma si è estesa a tutto il complesso permettendo di trasporne il valore pressoché intatto fino ai nostri giorni. Il tema importante e delicato delle coperture piane, presenti in larga misura in tutto il complesso monumentale del Molino Stucky, è stato affrontato sotto più aspetti. Analizzando gli edifici e la documentazione fotografica raccolta dalla chiusura dell'attività nel 1955 ad oggi, ci si è resi conto che tutte le grondaie, pluviali, converse ed elementi nelle coperture piane (quelle a falda erano in coppi o marsigliesi), elementi decorativi delle scale metalliche esterne, le parti superiori di alcuni elementi decorativi (pinnacoli) tuttora in ottimo stato di conservazione sono stati realizzati in lamiera di zinco. Per ricomporre l'originario effetto cromatico e materico dei succitati elementi è stato scelto lo zintek : il materiale è stato scelto per svariate ragioni che vanno dal filologico alle sue caratteristiche fisico-chimiche. Mantenendo l'intera visione del complesso architettonico sotto l'aspetto di uniformità del progetto e delle lavorazioni, avvicinandosi al restauro e alla conservazione del singolo manufatto l’architetto Giuseppe Boccanegra dello studio C. R. R. Engineering di Venezia, responsabile del progetto, ha studiato l'intervento di tutela attraverso un'attenta ricerca filologica. In merito alle coperture si è posto l'obbiettivo di analizzare i materiali originariamente impiegati, di valutare le tecniche costruttive utilizzate per la posa di questi ultimi e di comprenderne le scelte, le motivazioni legate al contesto storico. Il laminato di zinco è presente originariamente in molti edifici del complesso del Molino Stucky, utilizzato per più elementi, da quelli della semplice ricopertura dei tetti piani a quelli per l'utilizzo di elementi decorativi “pennacchi - torrini”, alla realizzazione delle semplici lattonerie, gronde e pluviali. Questa, anzitutto, la motivazione della scelta di zintek , che è stata estesa anche alle coperture piane per motivi di conservazione: esse infatti erano originariamente ricoperte, sopra al tavolato, da uno strato di semplice guaina bituminosa, soluzione assai povera e di frequente manutenzione, in quanto corpi edilizi esclusivamente a uso industriale.
Presentando ottime caratteristiche fisicochimiche, come la sua ottima malleabilità, la sua capacità di autoprotezione agli agenti atmosferici (dovuta alla sua ossidazione una volta messo in opera) e la sua elevata resistenza all'usura, lo zintek ha soddisfatto pienamente le esigenze progettuali, entrando in perfetta sintonia con tutti gli altri materiali utilizzati, in particolar modo i mattoni. Per l'uniformità dell'intervento, inoltre, tutte le lattonerie, dalle gronde, scossaline ai pluviali sono stati proposti con lo stesso prodotto.
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