Palazzo Scaligero - Verona

Fragile, delicato, disgregato, ammalorato: sono gli aggettivi che descrivono il lato debole di Palazzo Scaligero, sono le caratteristiche di alcune parti dell’involucro edilizio che nel tempo ne hanno minato la piena funzionalità, sono i campanelli d’allarme che hanno reso necessario un intervento di recupero complesso ed articolato, un progetto importante di riqualificazione che ha interessato diversi aspetti, tra cui quello della copertura con Aertetto.
Le coperture del Palazzo Scaligero di Verona, ora sede della Provincia e della Prefettura di Verona, molto provate dal passare del tempo, sono state il punto di partenza dell’intervento di recupero e messa a norma, resi sempre più urgenti dal loro stato molto precario in quanto malconce e totalmente inadeguate alle prestazioni richieste dalla destinazione d’uso del Palazzo. Prima dell’intervento le infiltrazioni erano numerose, il manto di coppi in parte deteriorato o mancante, la ventilazione nulla, le strutture portanti molto compromesse.  
In origine, nel XIV secolo, fu la residenza della famiglia Scaligera, oggi, nel XXI secolo, è sede della Provincia e Prefettura di Verona. In mezzo una storia gloriosa ma tormentata, che coincide con quella del nostro paese, fatta di aggiunte, integrazioni dell’impianto originale, parziali demolizioni, occupazioni indebite degli spazi e molto altro ancora.
L’installazione del sistema AERcoppo® è stata scelta dall’impresa con l’obiettivo di soddisfare molteplici obiettivi: assicurare un perfetto ancoraggio del manto, garantire una ventilazione sottocoppo che permettesse di limitare la temperatura del sottotetto, conservasse meglio le strutture portanti senza la foratura della guaina impermeabilizzante e che fosse di facile movimentazione per un cantiere in centro storico.
AERcoppo® si è rivelato sicuro e facile da installare, leggero ma resistente, ideale per interventi così delicati di recupero e ha dato vita ad un tetto sicuro, reversibile, performante, in grado di traghettare il Palazzo Scaligero nel futuro.
I maggiori problemi sull’involucro edilizio erano costituiti dalla copertura malconcia e totalmente inadeguata alle prestazioni richieste dalla destinazione d’uso del Palazzo. Prima dell’intervento le infiltrazioni erano numerose, il manto di coppi in parte deteriorato o mancante, la ventilazione nulla, le strutture portanti molto compromesse. Con gli interventi sulla copertura e sulla sommità dei muri perimetrali, si è cercato di consolidare l’intera struttura, risolvendo sia i casi di instabilità che quelli di infiltrazioni meteoriche e di fenomeni di condensa sull’intradosso delle falde.  
L’Arch. Sara Marrani della società Spira srl, capogruppo del raggruppamento di professionisti responsabili del progetto e della direzione lavori, e l’Ing. Riccardo Papi, progettista e direttore operativo delle strutture, descrivono l’approccio e le soluzioni adottate: 
“Si sono privilegiate soluzioni tecniche rispettose delle caratteristiche tipologiche, costruttive e formali del manufatto, escludendo l’impiego di cordoli in cls.a. che avrebbero inoltre determinato un eccessivo irrigidimento della sommità delle pareti, senza migliorarne le qualità meccaniche. Si è pertanto deciso, in accordo con la Soprintendenza, di adottare due tipologie di pacchetti di copertura, differenziati per corpo di fabbrica. Il progetto contempla la rimozione del manto, dello strato di ondulina sottocoppo e dei travetti lignei da sostituire, con successivo rinforzo e consolidamento strutturale delle travi. 
A seconda dei casi, l’irrigidimento è stato eseguito inserendo un doppio tavolato ligneo incrociato, oppure dei tiranti in acciaio inox incrociati e collegati alle travi di falda, così da defunzionalizzare parzialmente le capriate. Il ripristino del manto, invece, ha comportato il recupero parziale dei coppi originali e l’integrazione delle mancanze con nuovi elementi, disposti in modo tale da preservare l’uniformità cromatica”. 
All’interno delle operazioni relative al recupero della copertura si è, inoltre, provveduto alla sostituzione dei lucernari, all’adeguamento del sistema di raccolta e deflusso delle acque meteoriche, alla posa delle linee vita e dei dissuasori antivolatili.
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