Una finestra da tetto

Tecnologia ma anche estetica, nei serramenti destinati a essere collocati sulle falde delle coperture inclinate. Prodotti ormai di sicure e affidabili prestazioni molto diffusi sul mercato: le novità del settore.
Una volta era il lucernario, quel tipo di serramento in metallo e vetro retinato che veniva introdotto sulle coperture per portare aria e luce negli ambienti sottostanti, destinati, in genere a un utilizzo più commerciale o industriale che non civile, laddove l’usuale falda inclinata era più spesso corredata allo scopo da abbaini sporgenti. Bisogna riconoscere, infatti, che tradizionalmente la finestra da tetto, come opportunamente occorre definire i moderni serramenti a filo falda, non è elemento costruttivo e architettonico tipico della nostra cultura compositiva, bensì di provenienza europea più settentrionale, dove i manufatti sono stati concepiti e inizialmente prodotti. Il prodotto è sicuramente piaciuto, sia per una minor complicazione di carpenteria costruttiva, sia perché tecnologicamente evoluto in termini propri nonché di accessori resi disponibili dai fabbricanti nel tempo. Proprio per le considerazioni più sopra anticipate, un po’ meno entusiasti sono gli organismi delle Soprintendenze, poco propensi, per i tetti delle costruzioni nei centri storici, ad abbandonare le semplici forme costruttive sporgenti delle “cappuccine”, così come da sempre realizzate le prese d’aria e di luce in falda. Anche perchè, nel corso dell’evoluzione tipologica e edificatoria nazionale, lo sfruttamento a fini abitativi degli spazi di sottotetto è avvenuta in maniera consistente solo nel corso degli ultimi anni. Per geometrie di collocazione e dettagli di connessione alle strutture di fabbrica primarie e secondarie, un importante contributo alla corretta funzionalità della finestra da tetto lo conferiscono giusto le scossaline metalliche lungo tutti i bordi del manufatto, le quali devono potersi ben adattare al tipo di tetto e alle sue caratteristiche di tenuta all’acqua. 

Il sistema finestra da tetto 
Con un tipo di offerta iniziale già molto personalizzata e di elevata qualità tecnologica, come si conviene a un prodotto proveniente dal Nord Europa dove è destinato a severe esposizioni climatiche, la finestra da tetto nasce in legno di pino, colore chiaro naturale o laccato bianco per installazione in ambienti umidi, ma inizia da subito a evolvere in funzione delle necessità di posa, laddove tende a configurarsi come un manufatto prefinito che richiede ben poca aggiunta nel corso dell’installazione a quanto già previsto da manuale, e delle richieste estetiche e di funzionalità che le diverse collocazioni negli ambienti domestici imponevano. All’iniziale personalizzazione del profilo, come sopra distinto, del tipo di tetto con richieste ad hoc per le scossaline metalliche di perimetro nonché delle dimensioni e modalità di apertura che il progettista avesse previsto per la finestra e il tipo del vetro da introdurre, si è via via aggiunta una serie di complementi estetici quali tendine parasole, oscuranti, protettive esterne; possibilità di combinare e manovrare finestre diverse accoppiate; possibilità di effettuare manovre multiple manuali; necessità sempre più frequenti di movimentazione meccanica-elettrica, con pulsantiere, telecomandi, sensori esterni di pioggia e vento in grado di indurre l’automatica chiusura dell’anta. Al classico profilo in legno di pino naturale, è possibile oggi valutare l’alternativa del PVC, dal colore bianco o a ricreare diversi effetti all’interno sempre tipo legno.
In breve, la finestra non si configura più come prodotto a sé bensì come facente parte di un sistema volto non solo a integrarsi nel migliore e più sicuro dei modi con i presidi strutturali e di protezione posseduti dalla copertura, ma anche di offrire comfort, design d’arredo, praticità d’utilizzo al pari, e forse più, di una normale finestra.
I prodotti hanno poi raggiunto ampia diffusione e notevole gradimento da parte dell’utenza proprio in conseguenza degli impulsi normativi allo sfruttamento abitativo dei sottotetti e della maggior attitudine alla realizzazione di coperture inclinate in legno, con moderni manufatti di carpenteria lamellare cui le finestre da tetto bene si abbinano per caratteristiche di posa e estetiche. Una finestra a filo falda, non dimentichiamoci e proprio per motivi geometrici di fisica tecnica, è infatti in grado di fornire una maggior quantità di luce in ingresso ai sottostanti locali, captandola non in posizione verticale come il normale serramento dell’abbaino, ma inclinata, con una maggior superficie direttamente esposta all’irraggiamento solare. Ma non solo, anche la presunta mancanza di possibilità a tenere almeno parzialmente aperto il serramento, in caso di pioggia e in modo da garantire un certo ricambio d’aria all’interno dei locali, è stata da sempre superata dalla particolare apertura del battente mobile superiore presente sul telaio, laddove lo scatto di apertura della maniglia contribuisce a muovere l’aletta del battente da cui, grazie a un sistema di scossaline protettive fisse ma traforate, una lamina d’aria può soffiare all’interno senza che il foro della finestra venga aperto. Modelli più recenti, inoltre, permettono l’apertura del telaio incernierato sulla sommità verso l’esterno, e non basculando al centro come avviene per il manufatto usuale, in modo da non scoprire direttamente la sommità dell’apertura praticata nella soletta. Una finestra da tetto, insomma, anche dal punto di vista igienico-sanitario, non teme il confronto con un serramento verticale.

Dettagli importanti

Ai dettagli costruttivi più noti della produzione abbiamo più sopra accennato: esistono, tuttavia, anche una serie di presidi di più recente comparsa, i quali derivano dall’esperienza di più anni di realizzazioni e dall’evoluzione tecnologica e del gusto di applicatori e utilizzatori. Un aspetto cui oggi la clientela è molto sensibile è quello della sicurezza che le finestre devono possedere nei confronti delle effrazioni esterne, cui sarebbero direttamente esposte nelle realizzazioni a minor pendenza di falda, per modeste altezze dal piano di campagna e multifamiliari, con dotazioni di scala comune a tutti e con accesso diretto al tetto. Il vetro, da sempre, è stato oggetto di produzioni particolari atte a conferire al componente una maggior resistenza propria e contro i tentativi di frantumazione diretta: anche il serramento viene però in più modi dotato di protezioni. Infatti, con innovativi sistemi di fissaggio delle cerniere; con particolari rafforzamenti del telaio in legno e degli elementi di chiusura, quali la maniglia; nonché attraverso profili supplementari in acciaio sulla parte inferiore del battente, le finestre risultano protette dai calci o addirittura salti al di sopra per provocarne lo sfondamento, dalle forzature con il piede di porco, dalla facile rimozione del vetro. Della ventilazione, poi, brevemente descritta più sopra, occorre anche ricordare come sia anche possibile in funzione automatica, per portate d’aria crescenti e con sicuri benefici indotti negli ambienti, in assoluta ermeticità della finestra, sia in presenza di pioggia battente che di vento forte, e con opportunità di regolazione manuale e millimetrica dell’apertura dedicata. Una delle più recenti novità offerte dai produttori sono i raccordi termoisolanti da introdursi sul fianco dei telai per evitare ogni dispersione termica sul contorno del manufatto laddove, la giunzione tra finestra e gli elementi costruttivi del tetto, costituisce discontinuità strutturale e di isolamento termico, con frequenti possibilità non solo di dispersione del calore sottostante ma anche di locali formazioni di condensa al di sotto delle scossaline metalliche: in linea con i più recenti studi per interventi di mitigazione e correzione di questi ponti termici, in funzione del tipo di finestra, il coefficiente di trasmittanza termica locale può migliorare fino ad un 15%. Dei particolari materiali elastici e comprimibili, incollati dall’interno, aderiscono perfettamente all’infisso creando in questo modo una completa protezione termoisolante e riducendo proprio il rischio di formazione dei ponti termici. Interessante notare tra i complementi di posa anche i raccordi speciali che modificano di circa 15° l’inclinazione di montaggio della finestra e che devono essere adottati su tetti con inclinazione minime o addirittura piani:in tal modo, proprio per favorire le richieste di applicazioni in contesti di costruzioni civili ma al di fuori delle coperture a falda tradizionali, è possibile montare una pregevole finestra da tetto senza incorrere in problemi di sicura impermeabilità e corretto deflusso dell’acqua piovana incidente sul foro creato.
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