Ponte di Panama


L'INTERVENTO
Un'altra impresa molto complessa sul piano progettuale ed ingegneristico:  la realizzazione del terzo ponte sul Canale di  Panama, che si aggiunge ai due precedenti,  il famoso “Puente de las Americas” costruito nel lontano 1962 e il più recente “Ponte del Centenario”, ultimato nel 2005. Attualmente il Ponte delle Americhe e il Ponte del Centenario – entrambi sul versante del Pacifico – offrono gli unici tragitti possibili per attraversare il Canale.  Il nuovo ponte, che costituirà l'unico passaggio sul versante Atlantico, una volta completato, sarà destinato a raddoppiare la capacità di traffico.

Il ponte avrà una lunghezza complessiva di  4,6 km,  a 75 metri sul livello del mare.  Sarà realizzato  in cemento armato, su due piloni sdoppiati superiormente e con carreggiate  a quattro corsie. I piloni raggiungeranno un'altezza di 200 m. La realizzazione del terzo Ponte di Panama viene eseguita  dall'impresa francese Vinci Construction Grands Projets.

Sfide ad alta quota: il contributo di Brand Italia
Per  questo importante progetto il Centro di Competenza di  Brand Italia ha affiancato l'impresa fin dalle prime fasi di analisi e valutazione del progetto, fornendo consulenza progettuale e assistenza in cantiere, oltre ad ingenti quantitativi di strutture provvisionali necessarie per il getto del calcestruzzo. 
Le pile del ponte presentano sezioni variabili, sono piene o cave, in funzione dell'altezza. L'altezza determina anche una variazione della larghezza alla base, mentre in alto, in corrispondenza dell'impalcato, la larghezza delle pile rimane costante. Le pile insistono su un declivio e seguono una certa pendenza  del terreno: per la loro realizzazione è stato stabilito, in collaborazione con Vinci Construction e Brand Italia,  un certo fasaggio dei getti,  in funzione anche della presenza sui ferri di armatura delle boccole di connessione che hanno tolleranze estremamente limitate.
Con queste premesse lo staff tecnico di ingegneri Brand Italia ha dovuto studiare un sistema particolare di  casseforme rampanti che permettesse di tener conto delle variazioni dimensionali delle pile, in grado di portare un ponteggio di notevole altezza (10 m), con la possibilità di sollevare in quota il ferro d'armatura, in modo da poter eseguire i lavori di posa del ferro e di casseratura in elevazione.
Le esigenze del cantiere si sono rivelate per Brand Italia una vera e propria sfida: il ponteggio è infatti collocato sui pianali rampanti,  ad una notevole altezza e in presenza di forti velocità del vento. Il ponteggio presenta inoltre un sistema di scorrimento orizzontale che gli consente di  potersi allontanare ed avvicinare al filo di getto, adattandosi alle variazioni di sagoma delle pile. La situazione si complica ulteriormente  poiché l'impresa ha richiesto il dimensionamento del cassero per una spinta di getto di 60 kN/m2: una pressione elevata, che è stata prevista in funzione dell'utilizzo di un calcestruzzo piuttosto fluido. Tenendo poi conto del gran numero di boccole  di connessione del ferro d'armatura molto fitto, è stata  anche richiesta una bassa densità di legature al mq. Era poi fondamentale non eccedere nei pesi delle attrezzature, per  rimanere nelle portate delle gru.
Il problema principale del progetto era la necessità di  poter adattare il sistema di casseforme in quota, dal momento che uno dei vincoli era rappresentato dal non voler riportare a terra il cassero. 

LA TECNOLOGIA
Considerando questi prerequisiti tecnici di  adattabilità e di peso, Brand Italia ha proposto un sistema di casseforme in acciaio e legno con un sistema di ponteggi  ( Cuplok) agganciati ai  sistemi rampanti, molto versatili e abbastanza leggeri. La variazione di misure nei pianali rampanti ha imposto di prevedere dei sistemi con regolazione telescopica nei camminamenti, per evitare l'utilizzo di compensazioni che fossero semplicemente appoggiate e affiancate da un pianale all'altro. Questo sistema, in presenza di venti particolarmente forti, avrebbe infatti rappresentato un potenziale rischio per la sicurezza di chi lavorava in quota. E' stato pertanto studiato un particolare sistema che consente al pianale di allungarsi o di accorciarsi.
Sono stati previsti pulvini di tipologie e di dimensioni diverse. Qui le attrezzature provvisionali  vengono sospese e agganciate  alla sommità della pila. I pulvini più piccoli sono stati gettati in un'unica fase: in questo caso l'attrezzatura doveva portare l'intero peso del pulvino. Per i pulvini di dimensioni maggiori sono invece state previste più fasi di getto. Un problema particolare che si è dovuto affrontare, è stata la finitura superficiale del calcestruzzo dei pulvini, che non è stata infatti progettata liscia, bensì con disegni a greca variabili e particolarmente profondi. Tutto questo ha richiesto, da parte di Brand Italia, uno studio molto dettagliato di ogni singola fase.
Anche per i pulvini si poneva lo stesso problema di  posa del ferro delle pile: Brand Italia ha quindi dovuto studiare soluzioni analoghe, con  un ponteggio che va in avanzamento, che permette di montare il ferro di armatura di grosso diametro. In concomitanza si fa la posa di un semicassero, si monta il ferro e si chiude con l'altro semicassero. I calcoli statici sono stati eleborati tutti con il sistema Eurocodice.


Tematica: Infrastrutture
Tipologia:
Referenza
Intervento:
Ponte di Panama
Azienda:
Brand Italia


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