Il cantiere: il progetto, l'organizzazione e gli strumenti

La corretta pianificazione delle misure risultanti dalla presenza, sia essa contemporanea o frazionata nel tempo, delle diverse imprese o lavoratori autonomi, necessita prioritariamente della determinazione della struttura analitica dei lavori da eseguire. L’esatta definizione dell’elenco delle attività necessarie all’esecuzione dell’opera garantisce, infatti, la preventiva determinazione dei soggetti che dovranno intervenire nel cantiere, nonché le modalità del loro avvicendamento avendo, da subito, in obiettivo l’evidenziazione delle interferenze lavorative.
La sicurezza deve essere perseguita, preventivamente, attraverso gli strumenti a disposizione. 
- il PSC o Piano di sicurezza e di coordinamento: nei cantieri nei quali è prevista la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea, risulta obbligatorio pianificare la sicurezza mediante lo strumento del PSC. Tale piano non deve consistere in un elenco astratto contenente la generalità dei rischi presenti nell'edilizia, bensì uno strumento efficace ed operativo per la gestione dei rischi reali ad esso relativi, preventivamente individuati e valutati. 
La disciplina generale che regola il PSC è all'art. 100, che dispone come il piano vada redatto dal CSP prima delle procedure di scelta dell'appaltatore (contraente), ovvero dal CSE durante i lavori se da un’unica impresa iniziale, l'appalto viene frammentato in più imprese. 
- il POS o Piano operativo di sicurezza: il POS è definito come "il documento che il datore di lavoro dell'impresa esecutrice redige, in riferimento al singolo cantiere interessato, ai sensi dell'art. 17 comma 1, lettera a). 
- il PSS o Piano sostitutivo di sicurezza: Nell'ambito dei lavori pubblici (vedi art. 131, comma 1, lettera b del d.lgs. 163 del 12 aprile 2006 e s.m.i.) è previsto, nei casi in cui non sia obbligatoria la redazione del PSC, la redazione del PSS. Ciò significa che deve sempre sussistere una pianificazione della sicurezza, anche nel caso di presenza di una sola impresa.
 Forma e contenuti del PSS sono i medesimi del PSC fatta eccezione che questo: è redatto a cura dell'appaltatore o del concessionarioe non prevede la stima dei costi della sicurezza. 
- l’FO o Fascicolo dell’opera 
- la Verbalizzazione delle verifiche, delle riunioni periodiche e delle informazioni trasmesse. 
Occorre sottolineare che solamente molto di rado nel cantiere la totalità delle lavorazioni vengono eseguite da un’unica impresa; pertanto, generalmente, operando in favore della sicurezza, è opportuno prevedere la presenza in cantiere di diversi operatori. 
Può risultare utile, per gli scopi prefissati, definire una WBS (work breakdown structure) riferita all’opera da realizzare. La WBS rappresenta, infatti, uno strumento per la scomposizione analitica del progetto. Attraverso un diagramma, o mediante elenchi strutturati e descrittivi, essa mostra tutte le parti di un progetto a diversi livelli di dettaglio, dai primi sotto-obiettivi fino ai compiti specifici. 
La WBS, in definitiva, stabilisce lo sviluppo del progetto ponendosi come importante punto di riferimento specificando, da un lato, nel dettaglio, quello che deve essere eseguito e, dall’altro, delimitando i confini del progetto escludendo dalla sua struttura tutto ciò che non occorre al raggiungimento degli obiettivi. 
Il primo livello di dettaglio, generalmente, è rappresentato dalle categorie di lavoro elencate nel capitolato delle opere; l’utilità di tale livello è quella di consentire la definizione del numero potenziale degli operatori che interverranno nel cantiere. 
Il secondo livello è relativo alle fasi lavorative secondarie (sistemazione delle aree di cantiere, scavi di sbancamento, opere di fondazione, ecc.). 
Il terzo livello riguarda l’ulteriore dettaglio delle attività secondarie, rappresentate dalle fasi operative elementari. Il piano dei lavori non è solamente necessario per la gestione degli stessi ai fini della prevenzione degli infortuni; esso costituisce, infatti, un elaborato esplicitamente richiesto dalla norma, nell’ambito dei contenuti minimi dei piani di sicurezza. 
Il diagramma di Gantt è uno strumento che serve per pianificare i tempi di realizzazione del progetto e per verificare, in itinere, il rispetto degli stessi. Nel diagramma le diverse attività vengono ordinate secondo una precisa progressione temporale. La costruzione del diagramma di Gantt passa attraverso quattro differenti step, di cui i primi tre costituiscono il piano di lavoro, mentre il quarto determina il piano di verifica. 

Il cantiere: l’organizzazione e il progetto 
Il cantiere è un luogo di lavoro temporaneo in quanto definibile come un’opera provvisoria, o transitoria, la cui durata, funzionale alla realizzazione dell’opera di ingegneria, è pari al decorso dei lavori. Esso è il luogo nel quale, secondo l’art. 89 del D.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i., si effettuano lavori edili o di ingegneria civile tra cui: i lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione, conservazione, risanamento, ristrutturazione o equipaggiamento, la trasformazione, il rinnovamento o lo smantellamento di opere fisse, permanenti o temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in legno o in altri materiali ed altro. Il cantiere può essere fisso se permane stabilmente nello stesso luogo per tutta la durata dei lavori, oppure mobile se, durante lo sviluppo dei lavori, segue dinamicamente l’evolversi dell’opera come accade, ad esempio, al cantiere per la costruzione di una strada, di una galleria, di una ferrovia o di una condotta idraulica o elettrica. Inoltre, considerate le caratteristiche di unicità dovute all’opera da realizzare ed al contesto ambientale in cui la medesima si colloca, il cantiere non può essere considerato un luogo di lavoro ripetitivo e, pertanto, non può risultare standardizzabile, almeno totalmente. 
Peraltro, può accadere che in un cantiere debbano coesistere differenti sistemi di gestione delle lavorazioni, in considerazione della presenza di tecnologie diverse (ad es.: esecuzione di processi tipici del cantiere industrializzato nell’ambito di u cantiere edile tradizionale). Per quanto detto, non è quindi possibile indicare uno schema funzionale che possa essere utilizzato per tutti i cantieri poiché, a seconda del tipo di costruzione che si deve realizzare e dell’area a disposizione, ogni cantiere rappresenta un caso a sé che va accuratamente studiato, analizzato e progettato prima della sua organizzazione. 
A partire dalla planimetria del sito, riportante la sagoma d’ingombro del manufatto da realizzare, si determinano l’area operativa del cantiere, la viabilità, le infrastrutture e gli edifici circostanti. 
Si segnala l’importanza di eventuali vincoli inerenti l’area circostante ( ad esempio la presenza di linee elettriche adiacenti il cantiere ecc) relativamente ai quali il CSP ha l’obbligo di indagare, prioritariamente alla redazione del PSC. Ovviamente il CSP, in questa fase iniziale, dovrà aver ricevuto ogni informazione inerente i dati di progetto e dovrà avere chiara la consistenza delle risorse, in termini di uomini e mezzi, funzionali alla realizzazione dell’opera. 
La distribuzione delle diverse aree, all’interno del cantiere, deve garantire l’operatività delle lavorazioni da svolgere al suo interno, in funzione della sicurezza dei lavoratori e, naturalmente, della produzione del cantiere stesso. Nel progetto del cantiere tradizionale occorre prevedere le seguenti aree: aree servizi logistici, aree produzione e aree di deposito. La conoscenza delle caratteristiche geomorfologie, geotecniche e idrogeologiche del terreno è elemento essenziale non solo per la progettazione delle opere, con cui il terreno interagisce, ma anche ai fini della corretta organizzazione del cantiere e, quindi, per la prevenzione infortuni.
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