Formazione continua

La formazione in edilizia ha cambiato lentamente pelle in questi ultimi anni, trasformandosi da mero obbligo di legge a concreto strumento di qualificazione dell’operatore. Con importanti ricadute su qualità delle opere e sicurezza in cantiere. I soggetti, gli strumenti, i canali formativi, la didattica: uno sguardo a 360 gradi su un mondo variegato e ricco di esperienze innovative.
In una ipotetica classifica delle parole simbolo che hanno scandito le evoluzioni del settore delle costruzioni in questi ultimi vent’anni, non c’è dubbio che il termine “formazione” si attesterebbe ai primissimi posti. Al punto da risultare, soprattutto un tempo, a volte inflazionato o dai contenuti non sempre concreti. Storia del passato, comunque, poiché oggi la formazione professionale di tutti i soggetti coinvolti nella filiera, dal professionista all’operatore di cantiere, non solo rappresenta un obbligo di legge sancito più e più volte nel corso del tempo da un’ampia disciplina normativa (una su tutte, la 626/94), ma anche un requisito imprescindibile nel contesto di un’edilizia in forte evoluzione tecnologica. Nuovi materiali e sistemi, tecniche costruttive evolute e tecnologie innovative hanno insomma reso una concreta realtà quotidiana – e una necessità – quel concetto di “formazione continua” che, visto in passato con una certa sufficienza,rappresenta oggi un elemento fisiologico del panorama professionale di ogni operatore. Tutto questo rappresenta l’attuale punto di arrivo di un’evoluzione che in realtà ha una lunga storia, ed è frutto della strutturazione nel tempo di una fitta rete di poli formativi, rivolti ai diversi soggetti e profili professionali impegnati nel settore e con percorsi didattici calibrati in funzione dei diversi ruoli, adibiti – sia istituzionalmente, sia organizzati in totale autonomia - a tali attività. E che nella loro globalità rappresentano il mondo che queste pagine si propongono di indagare nelle sue varie declinazioni. 

 
Un percorso che parte da lontano 
Se oggi le attività di formazione sono destinate principalmente a operatori del settore - imprese e addetti che operano in cantiere – e professionisti, siano essi geometri, architetti o ingegneri, non c’è dubbio che è soprattutto intorno alle azioni rivolte alla prima di queste due categorie che la formazione professionale si è strutturata come attività istituzionale. La formazione per la categoria degli addetti è oggi erogata principalmente dalle Scuole Edili, coordinate dall’Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale, Formedil; ma questo rappresenta il punto di arrivo di un processo tracciato, da un lato, dalla cronologia della nascita delle Scuole che trova nella contrattazione tra le parti sociali il suo fondamento giuridico e uno dei motori. L’altro elemento propulsivo è costituito da un’esigenza concreta che le maestranze da un lato e le imprese dall’altro fanno emergere con continuità a partire dagli anni della ricostruzione post bellica: l’importanza di un aggiornamento e di un “addestramento” in grado di adeguare le conoscenze e le capacità della manodopera all’evoluzione tecnologica e organizzativa del processo di costruzione. Una storia lunga, dunque, caratterizzata da importanti cesure temporali. Una di queste è sicuramente l’obbligatorietà di istituire Enti Scuola a livello territoriale, sancita in sede contrattuale all’inizio degli anni Sessanta. Agli stessi anni risale anche il primo cenno, in sede di contratto, alla volontà di istituire una Commissione centrale paritetica che si concretizzerà nel Formedil solo alle soglie degli anni Ottanta. Nel tempo si consolidano esperienze, metodologie, modalità formative che diventano patrimonio comune e che sono alla base della nascita dell’Ente nazionale. In questo contesto, eventi come il dopoguerra e la ricostruzione, le crisi economiche della metà degli anni Sessanta, dell’inizio del decennio successivo e dei primi anni Novanta, e di contro i cicli espansivi ad esse alternati, giocano un ruolo importante nell’orientare le politiche formative. Ugualmente i contratti e l’evoluzione normativa hanno una ricaduta sulla domanda di lavoro e di qualificazione che viene dalle imprese: cambiano gli scenari sociali, il mondo produttivo si trasforma e con esso il lavoro. Tra i tanti fattori che determinano il cambiamento, uno dei più evidenti è costituito dalla crescita dell’immigrazione straniera che ha contribuito in modo radicale a trasformare la struttura stessa del mercato del lavoro nell’ultimo ventennio. 

I cardini del sistema: Formedil e Scuole Edili 
Le evoluzioni che abbiamo sopra sintetizzato hanno portato nel tempo alla attuale strutturazione della formazione professionale per il settore delle costruzioni, che nel nostro paese è oggi realizzata, per quanto riguarda gli operatori, da un sistema formativo nazionale paritetico regolato dai contratti collettivi nazionali di lavoro dell’industria, delle cooperative, delle piccole imprese e dell’artigianato. Cardine di tale sistema è il Formedil, Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia costituito nel 1980 dalle associazioni firmatarie del Contratto collettivo nazionale di lavoro edilizia industria (ANCE, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil.), che ha come scopo istituzionale la promozione, l’attuazione e il coordinamento su scala nazionale delle iniziative di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale nel settore delle costruzioni intraprese dai centri di formazione di settore, le scuole edili. Il Formedil promuove convenzioni e protocolli di intesa con gli enti pubblici preposti alla materia della formazione e dell’istruzione, e partecipa a progetti nazionali e internazionali favorendo, in particolare, lo scambio all’estero degli allievi e dei formatori delle scuole edili. Le attività di formazione vengono realizzate dalle scuole edili territoriali secondo le esigenze del mercato del lavoro locale; ciascuna scuola edile, pur essendo caratterizzata da autonomia finanziaria e organizzativa, è coordinata a livello nazionale dal Formedil che attraverso propri indirizzi definisce standard nazionali di riferimento. Dal punto di vista organizzativo, l’ente è gestito in modo paritetico dalle organizzazioni che ne fanno parte attraverso un Comitato di Presidenza, composto da Presidente di nomina imprenditoriale e dal Vicepresidente di nomina sindacale, un Consiglio di Amministrazione composto da 12 membri, designati in modo paritetico dalle organizzazioni firmatarie del CCNL di settore, più due rappresentanti delle associazioni delle piccole imprese e della cooperazione, e un Collegio sindacale composto da tre membri, due designati paritariamente dalle parti sociali, il terzo, che assume la carica di Presidente, designato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Il sistema di formazione dell’industria delle costruzioni dispone di risorse proprie che sono quantificate dal CCNL e concorrono a finanziare l’Ente Nazionale e le Scuole edili territoriali. Questa disponibilità di risorse proprie ha consentito al sistema Formedil di dotarsi di strutture formative di qualità con cui realizzare attività didattiche e di servizio alle imprese e ai lavoratori. 

L’offerta formativa 
La proposta formativa del Sistema è molto ampia, e spazia dai corsi di ingresso obbligatori per chi inizia, per la prima volta, a lavorare in cantiere (le cosiddette 16 ore), ai corsi per operai con esperienza che devono assolvere agli obblighi di legge per condurre macchine di cantiere complesse (16 ore MICS – attrezzature). Vengono istituiti corsi per disoccupati e inoccupati del settore, ma anche per laureati e diplomati che vogliono acquisire competenze specifiche legate all’uso di programmi di progettazione o alla gestione di un’impresa di costruzione. Esistono specifici progetti per la formazione in Apprendistato, e molte Scuole garantiscono anche iniziative formative per l’assolvimento dell’obbligo scolastico. Sono stati inoltre sottoscritti protocolli di intesa a livello nazionale con Associazioni di imprese specializzate in particolari lavorazioni (fra queste, ad esempio, Assimp Italia per il settore delle impermeabilizzazioni, e prossimamente PILE per quello delle lattone rie edili) che variano dall’utilizzo di macchine complesse all’uso di materiali di posa innovativi, protocolli che hanno portato alla definizione di percorsi formativi a carattere nazionale a cura del Formedil. Ad oggi, rispecchiando fedelmente le dinamiche dell’attuale mercato delle costruzioni, le aree di maggiore interesse, accanto all’edilizia tradizionale, sono quelle afferenti i settori del restauro, dell’efficienza energetica, dei nuovi materiali e dell’innovazione tecnologica e di prodotto, della salute e sicurezza. La caratteristica fondamentale dell’approccio formativo seguito dalle Scuole Edili del Sistema è quella di mettere in primo piano il valore dell’esperienza reale; in questo modo viene garantita la qualità sostanziale della formazione, grazie alla stretta connessione esistente tra formazione teorica ed esperienza pratica nel cantiere. Molte sono le iniziative intraprese attraverso l’approccio metodologico della formazione nel cantiere reale (i cosiddetti cantieri scuola) nel contesto della formazione per il recupero e restauro edilizio, cosi come le azioni congiunte tra scuole edili e scuole professionali e tecniche. Di particolare rilevanza sono anche le attività sviluppate in area europea attraverso una rete di relazioni costruita nel tempo tra centri di formazione di altri paesi dell’Unione Europea. 

La formazione al tempo della crisi 
Il settore delle costruzioni è uno di quelli su cui più violentemente si è abbattuta la crisi economica, facendo registrare una forte contrazione delle attività e del numero degli occupati. Una dinamica che però non sembra avere influito negativamente sulle attività di formazione, che anzi – probabilmente in quanto viste come occasione di riqualificazione e più agevole reinserimento nel mondo del lavoro – in questi ultimi anni hanno vissuto un vero e proprio boom. A testimoniarlo sono i numeri del Rapporto Formedil 2014, presentato ufficialmente lo scorso ottobre, che tratteggia un anno per molti versi eccezionale: 12.715 corsi, oltre 343 mila ore di formazione, che hanno coinvolto 164.300 tra operai (131.000), tecnici (30.450) e altre figure professionali, con un aumento rispetto all’anno precedente di circa il 25%. A commento di questi dati il Vicepresidente dell’Ente Enzo Pelle sottolinea come “complessivamente negli ultimi quattro anni sono stati formati 560.000 allievi, dei quali quasi 100.000 tecnici. Se si considera che l’occupazione nel 2013 è ormai di poco superiore a 1 milione e 400 mila unità, e che i dipendenti sono 870.000, vuol dire che in un anno è stato formato l’11% della forza lavoro totale e il 18% di quella dipendente. Un’attività che a partire dal 2009 si è andata sempre più caratterizzando secondo progetti strutturali, tra i quali 16 ore MICS, una vera e propria campagna di massa di alfabetizzazione professionale e a favore di una consapevole cultura della sicurezza che ha coinvolto complessivamente oltre 171.000 allievi attraverso 21.026 corsi e 324.860 ore formative. Campagna caratterizzata da una regia e da una programmazione formativa unitaria nazionale e da una offerta formativa omogenea sull'intero territorio nazionale, concretizzatasi in un vero e proprio servizio formativo nazionale di settore.” Sull’analisi concorda anche il Presidente di Formedil Massimo Calzoni: “si tratta di numeri e progetti importanti”, afferma Calzoni, “che evidenziano il lavoro capillare e crescente svolto dalle nostre scuole, ma dobbiamo chiederci quale funzione e quale utilità esso abbia di fronte a un contesto così deprimente che è causa ogni giorno di chiusura di decine di imprese e di perdita di posti di lavoro. Dobbiamo riflettere su questa bipolarità. Così se da un lato siamo sempre più convinti che la formazione bilaterale sia realmente un baluardo di fronte alla destrutturazione del settore delle costruzioni, dall’altro ci chiediamo come possiamo realmente incidere senza un cambiamento strutturale rilevante delle condizioni che sono alla base di questo processo. E’ essenziale partire dal lavoro per affermare un nuovo modello di “buona occupazione” fondato su poche regole, su una contrattazione semplificata e univoca, che persegua la stabilità del lavoro senza compromettere i principi stessi dell’attività di impresa. Un sistema che preveda la flessibilità come fattore temporaneo e transitorio a cui collegare politiche e strumenti attivi in grado di riqualificare e reinserire nel mercato del lavoro chi è stato costretto ad uscirne. Vanno perseguite soluzioni a sostegno di una forte integrazione tra politiche del lavoro e welfare, anche di settore, utilizzando le buone pratiche esistenti all’interno della bilateralità, per dare sicurezza e dare prospettive professionali, per responsabilizzare tutti i soggetti, i lavoratori come gli imprenditori, ma anche le amministrazioni pubbliche, le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali”. Una formazione di eccellenza e mirata, quella di ingresso così come quella continua, insomma, che però può avere senso e incidere concretamente in difesa di competenze, professionalità e quindi qualità e sicurezza delle costruzioni solo se associata a concreti cambiamenti anche sul piano delle regole e delle procedure, così come delle politiche fiscali e del lavoro in grado di dare reali prospettive alle imprese. 

Un “Progetto Futuro” per le imprese 
Se il quadro macroeconomico richiede, di fronte all’accelerazione della crisi e alla situazione del settore, l’adozione di strategie di ampio respiro, nel frattempo il Formedil, oltre a proseguire sul piano della formazione nei confronti dei lavoratori e dei tecnici, ha recentemente aperto un nuovo fronte di iniziative specificamente indirizzato ai piccoli imprenditori edili. Per l’Ente è chiara infatti la consapevolezza che senza impresa non può esserci lavoro, e che di conseguenza è necessario supportare soprattutto quelle piccole imprese che rappresentano il tessuto connettivo del settore a comprendere il profondo cambiamento in atto e orientarle verso pratiche e soluzioni innovative, che attengono sia al processo produttivo e alla gestione delle diverse risorse che sul fronte della gestione e dell’organizzazione di impresa. Proprio da questa consapevolezza è nato Progetto Futuro, un’iniziativa di formazione strutturata per gli imprenditori. Il progetto coinvolgerà risorse professionali e tecniche di eccellenza con l’obiettivo di ridare vigore e prospettive alle imprese, e si baserà anche sul confronto tra esperienze diverse e su analisi e riflessioni originali. L’iniziativa, a partire dal 2015, dopo una fase di sperimentazione offrirà a migliaia di piccoli imprenditori la possibilità di conoscere le cause e i meccanismi del nuovo mercato delle costruzioni così come di confrontarsi con i percorsi innovativi sia nazionali che soprattutto internazionali. Con Progetto Futuro, annunciato in occasione delle Giornate nazionali della formazione in edilizia, Formedil intende innanzitutto favorire la comprensione del cambiamento e dei processi di innovazione che stanno determinando una riconfigurazione del mercato delle costruzioni, caratterizzato da profondi processi di selezione tipologica e imprenditoriale a cui non è estraneo il forte impatto delle nuove tecnologie – in particolare quelle digitali – le quali tendono a modificarne l’intero processo edilizio con l’obiettivo di aumentare significativamente la produttività riducendo il costo dell’errore. Un cambiamento di dimensioni potenzialmente epocali, e che perciò rende di ancora maggiore attualità il tema delle politiche formative. 

Tra formazione e lavoro 
Tra i cardini del Sistema formativo coordinato da Formedil un rilievo sempre maggiore ha assunto nel corso degli anni il collegamento con il mondo del lavoro. Un obiettivo, questo, culminato nel 2011 con la creazione della Borsa Lavoro Edile Nazionale, un sistema di servizi online per facilitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore delle costruzioni e aumentare le competenze dei lavoratori, favorendone la ricollocazione sul mercato. A progettarlo è stato il Formedil, l'Ente nazionale per la formazione e l'addestramento professionale nell'edilizia, al quale le parti sociali hanno affidato anche il compito di coordinarne la gestione attraverso le Scuole Edili presenti sul territorio. Il sistema si basa su un portale – www.blen.it - nel quale inserire il curriculum, pubblicare le offerte di lavoro e mettere in contatto chi cerca e offre lavoro, e su una serie di sportelli distribuiti sul territorio, che offrono un servizio di assistenza ai cittadini e alle imprese. Poiché la realtà delle singole scuole è assai diversificata, la capacità di assistenza si articola su tre livelli: uno completo, che è in grado di offrire la completa gamma dei servizi con apertura quotidiana e assistenza massima; uno intermedio, con apertura bisettimanale; uno di base, con apertura un giorno a settimana e competenze di sola acquisizione di informazioni e matching per le scuole più piccole. Gli operatori delle Scuole Edili hanno il compito di raccogliere le informazioni e inviarle ai Centri per l'impiego, proponendo ad essi gli abbinamenti possibili tra candidature e offerte di lavoro e sollecitando l'incontro fra le parti. In particolare, le Scuole Edili si occupano di contattare i lavoratori e le aziende; assistere i lavoratori nella predisposizione del proprio curriculum, integrandolo con le informazioni utili a dimostrare la loro professionalità; gestire le schede di identificazione e validazione delle competenze dei lavoratori. E, naturalmente, di definire insieme ai lavoratori i possibili percorsi formativi necessari per completarne il profilo professionale o il ricollocamento in nuove mansioni. 

Gli altri canali formativi 
Se le attività gestite da Formedil attraverso la rete territoriale delle Scuole Edili rappresenta senza dubbio il punto di riferimento istituzionale del sistema formativo in edilizia, non va dimenticato che ad esso si è nel tempo affiancata una altrettanto ricca serie di iniziative promosse a vario titolo da svariati soggetti di diversa natura ed estrazione che oggi, soprattutto in alcuni settori specifici, apportano un contributo non indifferente alla qualificazione professionale di operatori e tecnici. Particolarmente vivace, sotto questo aspetto, è stata in particolare in questi anni l’attività di alcune associazioni settoriali, che nell’ottica di una maggiore qualificazione della propria area professionale e degli operatori che in essa sono attivi hanno nel tempo avviato un’intensa e strutturata attività formativa, non di rado sanzionata, come già accennato, attraverso specifici protocolli d’intesa con lo stesso Formedil. E’ questo il caso di una realtà ben nota come Assimp Italia, associazione di rappresentanza delle imprese di impermeabilizzazione, che oltre ad essersi distinta negli anni per un’intensa attività manualistica volta a codificare i saperi tecnici del comparto ha messo a punto di concerto con Formedil, dopo una serie di attività sperimentali, un protocollo didattico il quale, ormai da qualche anno, funge da punto di riferimento per l’addestramento degli addetti alla posa delle membrane e il conseguente rilascio di un patentino che certifica l’abilitazione degli stessi. Sulla stessa falsariga si colloca il lavoro di un’altra associazione di settore, PILE, che riunisce i produttori e installatori nazionali di lattonerie edili. Anche in questo caso, a una interessante produzione di letteratura tecnica si stanno via via affiancando progetti formativi incentrati sulla qualificazione degli addetti alla posa, sempre svolti in collaborazione con Formedil per quanto riguarda la codificazione dei percorsi formativi. Nel settore della formazione all’utilizzo delle macchine e attrezzature una realtà particolarmente avanzata su questo fronte è storicamente IPAF, che ormai da anni mette a punto programmi di istruzione per gli utilizzatori di piattaforme di lavoro mobili elevabili in collaborazione con professionisti ed esperti del settore. Particolare, in questo caso, è la formula utilizzata: IPAF non somministra direttamente i corsi di formazione, ma questi vengono tenuti da istruttori abilitati dei centri di formazione approvati, che sono solitamente presso soci produttori e noleggiatori dotati di strutture e macchine adeguate e verificate. I centri di formazione approvati sono indipendenti, ma vengono periodicamente verificati da ispettori dell’associazione. Non mancano, naturalmente, iniziative omologhe nell’ambito delle associazioni di categoria attive nel settore delle tecnologie e dei materiali. Fra i nomi di spicco meritano una citazione per la loro autorevolezza l’Istituto Italiano del Rame, che opera nel campo dell'informazione e divulgazione scientifica con convegni, attività didattiche presso scuole professionali e Università, pubblicazioni tecniche e partecipando all'attività di associazioni tecnico - scientifiche del settore; Andil – Assolaterizi, che organizza corsi formativi specialistici attinenti a tutti i campi di interesse dei laterizi (processo industriale, materiali, progettazione strutturale, sicurezza al fuoco, sostenibilità ambientale, efficienza energetica, ecc.) per addetti aziendali, professionisti e operatori del settore delle costruzioni; e ANIT, l’Associazione Nazionale per l'Isolamento Termico e acustico, la cui attività formativa sia sul versante tecnico – scientifico che di cantiere, nonché la pubblicistica edita nel corso degli anni rappresenta un efficace esempio di divulgazione su più livelli. Ma anche questa pur vivace panoramica non esaurisce ancora il variegato orizzonte della formazione in edilizia. Ormai da alcuni anni, infatti, soprattutto di pari passo con esigenze quali la necessità di curare con particolare attenzione processi di cantiere e modalità di posa, e soprattutto con la costante evoluzione di tecniche costruttive, sistemi e materiali, un sempre maggiore rilievo hanno assunto le attività didattiche organizzate e somministrate direttamente dalle aziende produttrici. Su questo fronte il nostro paese può vantare numerose realtà che hanno deciso di strutturarsi in maniera altamente professionale, in modo da offrire servizi di formazione che spesso non hanno nulla da invidiare a quelli gestiti dagli enti istituzionalmente preposti a tali attività. Le alternative, insomma, non mancano. E questo, soprattutto in una fase storica in cui la rapidità delle trasformazioni del settore delle costruzioni ha raggiunto ritmi vertiginosi, imponendo ai suoi attori un continuo aggiornamento e ampliamento dei propri saperi e competenze, rappresenta un’opportunità preziosa.
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